Il luogo
Le collezioni ceramiche attiche e magno greche nelle tecniche a figure nere, figure rosse e fondo bianco
La Sala III espone una delle più suggestive collezioni di ceramiche antiche, provenienti dai fondi del Museo Civico, dalla collezione dei baroni Giudice e dagli scavi condotti dalla Soprintendenza di Agrigento. Quasi tutti i reperti provengono dal territorio akragantino e testimoniano i legami artistici tra la Sicilia e il mondo greco. Le ceramiche esposte rappresentano le tre principali tecniche decorative della ceramografia attica: la tecnica a figure nere, in cui le decorazioni appaiono scure su fondo chiaro; la tecnica a figure rosse, che permette una maggiore definizione dei dettagli attraverso il contrasto tra il colore naturale dell’argilla e il fondo nero; e la tecnica su fondo bianco, che consente l’uso di più colori per arricchire le scene raffigurate. Un esempio significativo della tecnica a figure nere è la grande anfora attribuita al pittore di Dikaios, datata all’ultimo ventennio del VI secolo a.C., che mostra, su un lato, una quadriga guidata da Atena con Apollo, Artemide ed Ermes, e sull’altro Apollo citaredo insieme alla sorella Artemide e alla madre Leto. La decorazione è resa vivace dalla presenza di elementi naturalistici, come un cerbiatto e un uccello in volo. La collezione comprende anche numerosi vasi a figure rosse e opere di artisti magno-greci, tra cui ceramisti apuli, lucani e campani, che chiudono la produzione ceramica ispirata ai modelli attici.
Cratere a calice con compianto di Patroclo, pittore di Kleophrades
Uno dei pezzi più importanti è un cratere a calice attribuito al pittore di Kleophrades (500-490 a.C.), esempio raffinato della ceramografia a figure rosse. La scena principale raffigura il compianto sul corpo di Patroclo, adagiato su una kline, avvolto in un prezioso mantello e con il capo reclinato. Due compagni d'armi lo sorreggono, mentre altri due guerrieri rendono omaggio al defunto. Al centro, Achille è raffigurato armato, pronto a vendicare l'amico. Sul lato opposto del vaso, si trovano i riti funebri in onore di Patroclo, con danze e libagioni.
L'episodio rappresentato nel cratere è cruciale nella guerra di Troia. Patroclo, il più caro amico di Achille, viene ucciso da Ettore mentre indossa le armi di Achille, l'eroe acheo. La sua morte provoca un dolore immenso in Achille, che decide di tornare in battaglia per vendicarlo. Dopo aver ottenuto una nuova armatura da Efesto, Achille affronta Ettore in un duello fatale davanti alle mura di Troia. Ettore, pur sapendo di non avere scampo, combatte con onore, ma viene sconfitto e ucciso. Achille, accecato dalla rabbia, oltraggia il corpo di Ettore trascinandolo intorno alle mura della città. Solo l'intervento del re Priamo, padre di Ettore, che supplica Achille di restituirgli il corpo del figlio, porta l'eroe acheo a riconoscere il dolore del nemico e a concedere i funerali."