Il luogo
Nell’ultima sala del percorso museale sono esposte le testimonianze dei siti della provincia di Caltanissetta.
Lungo il medio corso del fiume Platani, via privilegiata di penetrazione verso l’entroterra isolano, è stato individuato l’insediamento neolitico di Milena–Serra del Palco, che ha restituito ceramiche incise di colore grigio e frammenti con decorazione dipinta tricromica. Altra testimonianza importante è costituita da due frammenti dipinti micenei, che sono stati rinvenuti all’interno di una tomba scavata nella roccia con volta a tholos, tipica della cultura micenea, non isolata nella zona se si pensa alle testimoniane di Sant’Angelo Muxaro.
Vassallaggi, nei pressi di San Cataldo, identificata con la fondazione di Motyon rappresenta sicuramente uno dei centri più importanti di quel processo di graduale “ellenizzazione” del territorio alle spalle delle due più grandi poleis della costa meridionale siciliana, Gela ed Akrágas, costituendo importante snodo commerciale tra i corsi dei fiumi Platani ed Imera meridionale e, dunque, tra le due sponde del canale di Sicilia e del Tirreno. Dell’insediamento sono state riportate alla luce le fortificazioni del VI sec. a.C., insieme ad un santuario dedicato alle divinità ctonie e ad una zona abitativa, nonché diverse aree destinate a necropoli di età arcaica e classica. Oltre ai manufatti provenienti dal santuario (vv. 116-117: si segnala un busto di divinità), e dall’abitato (v.115; particolare il ritrovamento di una parte di bambola fittile, che doveva essere completata con arti mobili non ritrovati), gran parte dell’esposizione è dedicata alla necropoli meridionale, caratterizzata da sepolture entro sarcofagi; è presente, però, anche il rito dell’incinerazione e, per i neonati, quello della sepoltura ad enchytrismos, all’interno cioè di contenitori ceramici.
I materiali rinvenuti evidenziano una completa adesione al patrimonio culturale greco nella scelta dei vasi da inserire nei corredi che, soprattutto nella seconda metà del V sec. a.C., provengono quasi esclusivamente da fabbriche elleniche. Le tombe maschili sono caratterizzate dalla presenza di un cratere e di un coltello, di uno strigile e di contenitori per unguenti; quelle femminili propongono vasi di più piccole dimensioni, soprattutto lekythoi ed oinochoai, insieme agli unguentari e ad oggetti riconducibili alla cura del corpo ed all’attenzione per la cosmesi (alabastra, pissidi, specchi, piccoli coltelli e spatolette in ferro).
Nei pressi di Mussomeli si trova il sito di Monte Raffe, alla confluenza di due affluenti del Platani, che nel corso del VI sec. a.C. entra nella sfera espansionistica di Akrágas, così come successo per Vassallaggi, probabilmente grazie alla politica del tiranno Falaride di assoggettamento e controllo del territorio interno. Sono stati messi in luce un piccolo santuario extra-moenia, che statuette votive hanno permesso di attribuire al culto delle divinità ctonie (statuette fittili di suonatrici di aulos e di Artemide detta “sicula”) e l’abitato di età classica ed ellenistica, che ha sede sull’altura, dove sono state rinvenute abitazioni in parte scavate nella roccia.