Il luogo
Nella sala si espongono i materiali rinvenuti nell’occidente della provincia agrigentina. In successione topografica e cronologica si susseguono i siti di Vanco del Lupo di Montallegro, Raffadali con le Veneri di Cozzo Busonè, Favara con grotta Ticchiara e le ceramiche dello stile di Castelluccio della prima età del bronzo e Sant’Angelo Muxaro, sito posto lungo il medio corso del fiume Platani ed identificato con Camico, centro legato alla mitica figura del re sicano Kokalos . Dalla necropoli scavata a Sant’Angelo, caratterizzata anche da tombe a tholos, provengono manufatti dell’età del ferro con produzioni artigianali greche connesse a quelle indigene.
Ribera è presente con quattro siti: contrada Ciavolaro, da cui provengono numerosi reperti relativi ad una necropoli dell’età del bronzo (II millennio a.C.), con ceramiche nello stile Rodì – Vallelunga, caratterizzata dall’uso di pasti rituali sacrificali, testimoniati tra l’altro dalla massiccia presenza del tipico vaso attingitoio con ansa spesso a coda di rondine; seguono le contrade Castello ed Anguilla, con materiali che dall’eneolitico finale coprono tutta l’età del bronzo, ed infine Scirinda, con ceramiche delle culture di Thapsos, Pantalica Nord ed Ausonio II.
Monte Kronio e Tranchina presso Sciacca chiudono l’esposizione. Il primo è sicuramente uno dei siti più interessanti poiché legato a fenomeni vaporosi all’interno di un sistema carsico, e caratterizzato da grotte ipogeiche che hanno restituito reperti delle età neolitica ed eneolitica, quando l’insorgere dei fenomeni ne impedisce l’uso. La presenza umana continua nelle grotte superiori, frequentate dal VI secolo a.C. sicuramente per uso cultuale e terapeutico. Contrada Tranchina è, invece, presente con i corredi provenienti da una vasta necropoli che, pur con ceramiche di diversa tipologia, è comunque da inserirsi nell’arco cronologico dell’eneolitico.