La provincia di Agrigento affonda le sue radici culturali nella preistoria, con la presenza insediamenti umani sin dal Neolitico inferiore. Le sale XII-XIV del museo espongono reperti preistorici e storici della provincia di Agrigento, seguendo un percorso cronologico e topografico. La sala XII è dedicata alla preistoria e alla protostoria, con materiali dai siti di Palma di Montechiaro, tra cui Piano Vento, con abitati e necropoli eneolitiche (IV-III millennio a.C.), e Monte Grande, con un santuario legato alla produzione dello zolfo. Qui sono stati rinvenuti reperti significativi, come un modellino di tempio e ceramiche nello stile di Castelluccio. Pannelli didattici illustrano l’evoluzione storico-culturale del territorio fino alla colonizzazione greca.
La sala XIII espone reperti dell’ovest agrigentino, come le Veneri di Cozzo Busonè (Raffadali), le ceramiche della grotta Ticchiara (Favara) e le tombe a tholos di Sant’Angelo Muxaro, identificata con l’antica Camico. A Ribera, le necropoli di Ciavolaro documentano l’uso di pasti rituali e l’evoluzione delle pratiche funerarie, mentre Sciacca è presente con Tranchina e Monte Kronio, con grotte carsiche in cui sono state trovate testimonianze di pratiche cultuali dal Neolitico al VI sec. a.C. La sala XIV mostra il processo di ellenizzazione attraverso i siti di Montagnoli, Eraclea Minoa, Monte Adranone e Rocca Nadore. Eraclea Minoa, fondata nel VI sec. a.C., rivela corredi funerari e un frammento di vaso con telamone, simile a quelli del tempio di Zeus ad Akrágas, mentre Monte Adranone, attivo dall’VIII al III sec. a.C., presenta manufatti che mescolano influenze sicane, greche e puniche. Vito Soldano (Canicattì), con un edificio termale di età costantiniana, documenta la continuità abitativa fino al periodo tardoantico. Una sala è dedicata alla madrepatria Gela, prima colonia rodio-cretese fondata in Sicilia nel 689-688 a.C., dove è esposto il celebre cratere attico a figure rosse del pittore dei Niobidi, che raffigura la morte di Pentesilea per mano di Achille.
L’esposizione si conclude con testimonianze archeologiche della provincia di Enna, in particolare dal sito di Montagna di Marzo, e con i reperti di Vassallaggi e Monte Raffe, in provincia di Caltanissetta.
Tappe del percorso
Sala 12
Il territorio agrigentino prima dei Greci: dalla preistoria alla protostoria; i siti di Palma di Montechiaro, Piano Vento e il santuario di Monte Grande.

Sala 13
L'occidente agrigentino: S. Angelo Muxaro (Camico), Ribera e le sue necropoli; le grotte cultuali di Monte Kronio e i corredi eneolitici di Tranchina.

Sala 14
L'ellenizzazione dell'Agrigentino: Eraclea Minoa, avamposto di Akragas; Monte Adranone tra Sicani ed Elimo-Punici; le terme romane di Vito Soldano.

Reperti di Eraclea Minoa
Nelle vetrine si espongono alcuni corredi funerari che dal VI giungono al III sec. a.C. e numerosi…
Sala 15
Gela, madrepatria di Akrágas: la fondazione e l'espansione; un reperto e le immagini dei tesori custoditi nel museo della città.
Cratere a volute a figure rosse
"Proveniente proprio da Gela, questo prezioso manufatto è stato acquisito grazie a uno scambio con…

Sala 16
Provincia di Enna: Montagna di Marzo (Erbesso), centro ellenizzato. Focus sulla Tomba 31: guerrieri, elmi e un raro vaso con iscrizione italica.

Reperti del sito di Montagna di Marzo
"Il centro, identificato con Erbesso, aveva una struttura abitativa ortogonale, con un’acropoli e…
Reperti della tomba 31 di Erbesso
La tomba a camera ipogeica è una tra le più ricche. Al suo interno sono stati trovati ben…
Sala 17
Provincia di Caltanissetta: Milena (Neolitico e echi micenei); Vassallaggi (Motyon), snodo ellenizzato; Monte Raffe, sotto l'influenza di Akrágas.
Reperti dalla provincia di Caltanissetta
Vassallaggi, rappresenta uno dei centri più importanti di quel processo di graduale “ellenizzazione…

Ultimo aggiornamento
26/06/2025, 09:47